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13 dicembre - La bontà cambia i cuori



Cercare e amare il bello non significa aborrire il brutto perché anche nel brutto può esserci il bello.
 La bellezza infatti è strettamente legata alla bontà della persona che guarda (bontà intesa come propensione a cogliere tutto ciò che c’è di bello nel creato, senza fermarsi alle apparenze).

Ad esempio: un corpo deforme di un disabile non è brutto agli occhi di chi cerca il bello perché lo sguardo di quest’ultimo va oltre, non si ferma a guardare il fisico malato della persona disabile, ma percepisce la grandezza della sua anima sofferente; allo stesso modo, un largo sorriso può essere espressione di una grande ipocrisia  e magari, al contrario, un pianto può essere l’espressione suprema di un momento di gioia.
Di qui la relatività del bello che la tradizione popolare riassume nel detto “Non è bello ciò che bello, ma è bello ciò che piace”.
Quindi è capace di ammirare la bellezza in tutte le sue espressioni solo  chi guarda con l’occhio della bontà. 

Nel testo “Il libro di Lezard”, l’autore fa una lunga di dissertazione sulla bontà e inizia la conversazione nel seguente modo:

“Ti parlerò stasera della bontà soltanto, perché la bontà tra gli uomini è come il profumo tra i fiori; come il canto tra gli uccelli; come il vento tra le foglie; come il sole in un campo.
Tu devi essere buona.
Non debole, non vile, non indifferente alle cose brutte che avvengono, non disposta a tollerare
qualsiasi linguaggio, qualsiasi azione, ma buona infinitamente.
La bontà non critica.
Non giudica.
Non condanna.
Non disprezza.
Non pensa male degli altri.
Non presta fede a chi parla male degli altri.
Non parla male di nessuno.
Criticare è troppo facile.
Parlar male... si fa troppo presto.”

Anche lui sostiene che non bisogna essere indifferenti alle cose brutte proprio perché bisogna guardare oltre le apparenze.
 Ma elogio più bello alla bontà, intesa proprio come sensibilità umana verso ciò che ci circonda lo fa santa Madre Teresa di Calcutta che così prega:
La bontà

Non permettere mai
che qualcuno venga a te e vada via
senza essere migliore e più contento.
Sii l'espressione della bontà di Dio.
Bontà sul tuo volto
e nei tuoi occhi,
bontà nel tuo sorriso
e nel tuo saluto.
Ai bambini, ai poveri
e a tutti coloro che soffrono
nella carne e nello spirito
offri sempre un sorriso gioioso.
Dà loro non solo le tue cure
ma anche il tuo cuore.



E quale volto può essere più bello di quello che vede con gli occhi della bontà e si illumina con i suoi stessi sorrisi gioiosi?





Questa capacità è molto comune nei bambini che, proprio perché percepiscono il mondo con gli occhi della bontà, riescono più degli adulti ad incantarsi di fronte alle meraviglie della natura.



Il papa Francesco ha invitato più volte tutti i cristiani ad esercitare la virtù della bontà con queste parole: “Costruite un mondo di bellezza, di bontà e di verità”
 

Significativa è anche la considerazione che un blogger fa nel suo sito “Riflessi d’acqua” sulla bontà d’animo:

 “La bontà d’animo non è una maschera per ricoprire abissi, né abito da cerimonia da indossare solo in qualche occasione … non è una luce a intermittenza o un vuoto da colmare con parole altrui raccattate in giro o prese in prestito…
La bontà d’animo o c’è, o non c’è, e se c’è non strilla o si vanta ammantandosi di penne di pavone, ma traspare in ogni istante da quel che ognuno è e ognuno fa…è una luce soffusa e discreta che irradiandosi accarezza tutto quello che tocca”.



Non meno bello è questo racconto che ci fa capire ancor di più che la bellezza è legata alla bontà.
La bontà cambia i cuori
Un vecchietto che da molto tempo si era allontanato dalla Chiesa, un giorno andò dal parroco. Sperava di essere aiutato finalmente a risolvere i suoi problemi di fede. Quando entrò nella canonica, c'era già una persona a parlare con lui. Il sacerdote intravide il vecchietto in piedi in corridoio, e subito, uscì a portargli una sedia.
Quando l'altro si congedò, il parroco fece entrare il vecchio signore. Conosciuto il problema, gli parlò a lungo e dopo un fitto dialogo, l'anziano, soddisfatto, disse che sarebbe tornato alla Chiesa. Il parroco, contento, ma anche un po' meravigliato, gli chiese: «Senta, mi dica, di tutto il nostro incontro, qual è l'argomento che più l'ha convinta a tornare a Dio?». «Il fatto che sia uscito a portarmi una sedia», rispose il vecchietto.


Quando tutti saremo più buoni il mondo sarà più bello!

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